Giornalismo e fotografia: quanto è facile esagerare

Spread the love

 

In un settore ormai saturo di novità e idee, quello che fa scalpore è lo scoop e lo dico anche a mio discapito, visto che faccio ben parte della categoria. Quanti giornalisti oggi sono disposti ad esagerare, a passare sopra morte e dolore per rendere una immagine al mondo? E’ sempre giusto? Si agisce davvero in nome della news e non per soldi? E’ un dibattito aperto da tempo e una piaga che è difficile da curare. Ultimamente a fare notizia sono soprattutto i decessi, quelli in diretta: tragici, crudi e in grado di scatenare la curiosità morbosa del lettore o spettatore. Un esempio su tutti degli ultimi tempi? Il New York Post, tra i più noti tabloid americani ha messo in prima pagina tale Ki-Suck Han, di 58 anni. Quest’ultimo è finito tra  i binari della metropolitana ed è stato fotografato proprio nel momento in cui il treno sopraggiungeva. Non c’è stato nemmeno il lieto fine, purtroppo, visto che lo sfortunato protagonista della vicenda è rimasto gravemente ferito e i medici non hanno potuto far nulla per salvarlo. La morte per lui è sopraggiunta in poco tempo. Di sicuro in molti l’hanno vista l’immagine in rete o sul giornale e non ha lasciato indifferenti, ma era davvero necessario? Quanto serve per nutrire le manie umane e la voglia di sfidare il temuto guardandolo in faccia? Almeno fino a quando i protagonisti sono gli altri. La foto è del freelance Umar Abbasi, casualmente vicino la metro perché doveva prenderlo. Quando ha capito cosa stava succedendo non è riuscito a resistere e ha condiviso l’attimo. Per l’occasione ha anche dichiarato: «Ho iniziato a correre e correre, sperando che il conducente potesse vedere il mio flash. In quel momento volevo solo avvisare l’autista del treno e cercare di salvare la vita dell’uomo». Le polemiche non mancano ma, di sicuro, non sarà l’ultimo caso di questo tipo.

 

Lascia un commento