I paesaggi e il grandangolo

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Per fotografare un paesaggio il grandangolo può essere molto utile, dato che in questo modo si possono inserire scenari ben più ampi e tutto viene mantenuto a fuoco anche a valori medi f, includendo maggiori dettagli. L’unica accortezza del fotografo, in questo caso, deve essere quella di evitare di realizzare uno scatto che pur essendo molto vasto, possa apparire piatto e insignificante. In questo caso, meglio inserire un elemento grafico come un viottolo o un fiume o, ancora, oggetti a mezzo campo o in primo piano. Quando si decide di riprendere uno scenario di questo tipo e si utilizza un grandangolo, bisogna sempre fare attenzione all’orizzonte e non dimenticare la regola dei terzi. Quest’ultima consiste nel decentrare il soggetto dell’immagine leggermente per armonizzare una istantanea e, nello stesso tempo, immaginare lo schermo di messa a fuoco, diviso in nove parti di una griglia.

Per quanto riguarda il cielo, è bene che occupi il terzo più alto dell’inquadratura sempre che non si sia deciso di inserirlo come elemento chiave della fotografia. In questo caso può occuparne due terzi. Bisogna ricordarsi, inoltre, che l’esposimetro non va mai puntato sul cielo, che è chiaro, altrimenti si corre il serio rischio di sottoesporre tutta la scena da riprendere. Meglio fissarlo sui mezzi toni o utilizzare un cartoncino grigio. E’ inutile ricordare, ancora, che vanno eliminati in tutti i modi dall’inquadatura, elementi di disturbo visivo, come i fili elettrici o le antenne.

A volte, poi, un particolare di un paesaggio, può rendere molto di più di una intera vallata e trasmettere perfettamente sensazioni e la vera personalità di un artista. La trama di una corteccia di un vecchio albero, ad esempio, può comunicare moltissimo rispetto ad un panorama che però non regala altro che noia e indifferenza. Per ottenere immagini ben ferme, infine, mai dimenticarsi di utilizzare il cavalletto.

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