Lomo parte 2: Diana

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La Diana è una semplice fotocamera di plastica che rinasce nel 2007 grazie all’impegno di Lomography. È di fatto la rivisitazione di una macchina fotografia anni ’60 uscita di produzione nel 1970.

La sua caratteristica più grande è l’imprevedibilità. Sfocatura, contrasti e caduta di luce ai bordi sembrano dei difetti enormi, ma nelle fotocamere Lomo diventano esattamente il valore aggiunto e il motivo del loro successo planetario.

Paragonata alla cugina Holga, ha un maggiore controllo sulla luce grazie a diversi settaggi di aperture. E come la Holga ha la posa B per le lunghe esposizioni. In questo caso l’ideale è lavorare con un cavalletto, ma il concetto della Lomo è “non pensare, scatta!” quindi potete inventarvi qualsiasi alternativa al classico cavalletto (un braccio, la spalla di un amico o la massima concentrazione per non muovere un muscolo).

Anche con la Diana bisogna avanzare manualmente la pellicola perché l’otturatore non va ricaricato, è sempre pronto allo scatto. Potete così lavorare anche sovrapponendo le immagini, ma ricordatevi di avanzare la pellicola dopo aver sovrapposto due o più scatti.

Possiamo lavorare con due differenti dimensioni di immagini: 12 immagini 5,2×5,2cm oppure 16 immagini più piccole 4,2×4,2cm. E possiamo anche utilizzare la Diana come fotocamera a foto stenopeico – una vera Pin Hole – staccando la lente e posizionando il dischetto con il foro.

Nessun automatismo, nessun display digitale, solo tanta tanta plastica e una pellicola 120 perfetta per il formato quadrato, decisamente più affascinante rispetto al classico rettangolare. Leggerissima da portare in giro e a prova di furto (chi potrebbe rubare un macchina di plastica?).

Diana è anche un sistema di ottiche intercambiabili e ha molti accessori dedicati: Wide Lens 38mm, Tele Lens 110mm, Wide Lens 55mm e Close Up, Fish Eye, dorso per pellicole standard, Flash Color.

Che sia un Fish Eye o un 38mm è indifferente, dal punto di vista degli accessori la macchina può essere personalizzata al 100% e voi dovete solo pensare ad essere creativi.

2 commenti su “Lomo parte 2: Diana”

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