Le foto della Russia di Stalin a Roma

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nudi_per_stalinSarà allestita fino all’11 gennaio a Roma il percorso espositivo Nudo per Stalin. Si tratta di una mostra davvero singolare che prende in considerazione un periodo storico e sociale attraverso l’obiettivo della fotografia.

Più di settanta scatti realizzati dai più famosi fotografi russi del periodo staliniano, geografie di un corpoin trasformazione all’interno di una società dalle grandi aspirazioni.

Si parte col gruppo dei fotografi pittorialisti (Nikolaj Vlas’evskij, Andrei Telesov, Grigorij Zimin, Ida Napel’baum, Jurij Eremin, Nikolaj Sviscov-Paola, Aleksandr Grinberg, Vasilij Divago) che cercarono di valorizzare la manualità, il gesto e il senso esteticonella fotografia, così da elevarla al pari delle arti superiori, come pittura e scultura. I pittorialisti si concentrarono sulla raffigurazione del corpo femminile in movimento, quale traccia viva da utilizzare all’interno dei loro esperimenti.

Periodo anche oscuro quello del regime stalinista e Nudo per Stalin ce lo ricorda con la presenza di alcune lettere del fotografo Aleksandr Grinberg, fatto rinchiudere in un lager da Stalin per aver violato le leggi da lui imposte sul nudo.

Nudo per Stalin trova la sua location nella Sala Santa Rita in Via Montanara vicino Piazza Campitelli, curata da Nicoletta Misler, professoressa di Storia dell’Arte Moderna dell’Europa Orientale presso l’Università di Napoli L’Orientale. Gode del patrocinio dell’Assessorato alle Politiche Culturali e della Comunicazione del Comune di Roma.

Il corpo come soggetto ed oggetto della rappresentazione diviene un mezzo privilegiato attraverso cui affrontare una lettura della cultura sovietica del periodo. Negli anni ’20 il corpo è scoperto con atteggiamento giocoso, quasi da voyeur. Col passare degli anni poi l’occhio ci si abitua ed il regime  utilizza il corpo all’interno dei linguaggi della propaganda, facendolo divenire elemento più freddo e distaccato alla sguardo della gente.

Poi il nudo degli anni Trenta, tra scandali e censure e la grande epopea dei giochi e delle parate militari, fra pose acrobatiche, piramidi umane ed esecizi ginnici.

Un po’ come succede in Italia con l’inquadramento fascista nelle associazioni scolastiche e sportive, il corpo viene considerato come elemento centrale, elemento da plasmare ed educare all’immagine che ne detiene il regime.

Nasce poi in Russia una nuova iconografiache dà forza a livello visivo alle conquiste del socialismo reale. Ecco Aleksandr Rodčenko e Elizaveta Ignatovič.

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