Un viaggio nelle dimore italiane dei casinò… tra storia e attualità

Gli edifici e i palazzi storici dei casinò in Italia sono numerosi, da Venezia a Sanremo, da Campione a Saint Vincent.

Si tratta di strutture – come il Casinò Municipale di Sanremo – che hanno fatto da sfondo a manifestazioni culturali importanti, dal Festival della canzone fino a varie produzioni cinematografiche.

In altri casi – si pensi al veneto Ca’ Vendramin Calergi – , ci si trova di fronte a edifici rinascimentali che sono stati sede di sale da gioco già negli anni Trenta.

Ma la storia dei casinò va avanti – anzi, indietro – fino alla prima guerra mondiale, quando fu fondato, nel 1917, il Casinò Municipale di Campione, comune lombardo in provincia di Como, ora sede del nuovo palazzo, firmato dall’architetto svizzero Mario Botta e oggetto di polemiche rispetto alla sua struttura troppo “avanguardistica”, oltre che al centro delle scene per la chiusura, avvenuta nel 2018, per “insolvenza”: una decisione presa dal tribunale di Como e che ora è in attesa della sentenza di novembre da parte della Corte di Cassazione.

Completa il quartetto – che spazia tra antico e moderno – il casinò de la Vallée di Saint Vincent, tra i più prestigiosi in ambito europeo e ancora vitale, grazie alla ristrutturazione e a un nuovo progetto.

Anche le sedi storiche dei casinò, dunque, si muovono tra antico e moderno, tenendo conto anche del fatto che si parla di edifici immortalati da fotografi importanti nonché da molti visitatori/amatori degli scatti.

Del resto l’approccio visivo è fondamentale per gli amanti del gioco. Una tendenza che, nel caso dei casinò online, si dirige verso le innovazioni grafiche e le architetture del sito di riferimento, a partire dall’utilizzo di software 3D, capaci, grazie anche a suoni ed effetti speciali, di ricreare tutte le caratteristiche tipiche dei casinò fisici, con tanto di croupier in tridimensione con sembianze umane.

Quello dei casinò virtuali è infatti un mondo in evoluzione, come conferma il crescente successo, non solo in Italia, di quelli che si definiscono casinò online aams, ovvero di quegli operatori dotati di regolare licenza ADM (ex AAMS) che propongono sale da gioco in via virtuale, sempre nella legalità, a conferma di un settore che non ha mai smesso di essere vivo e attivo.

Ecco dunque alcuni scatti che testimoniano l’evoluzione dei casinò in Italia.

Ca’ Vendramin Calergi (Venezia), facciata di Mario Codussi

All’interno del palazzo, al secondo piano, ha sede il Casinò di Venezia, lì presente fin dal 1946, dopo l’acquisizione comunale con destinazione finale verso le attività invernali di gioco.

 

Casinò Municipale di Sanremo

In stile liberty, progettato da Eugène Ferret e inaugurato nel 1905, il palazzo ha ospitato la prima edizione del Festival di Sanremo, oltre ad essere stato set, nel tempo, di film, tra gli altri, come “Infelici e contenti” (Neri Parenti, 1992), “Fortunata” (Sergio Castellitto, 2017) e “Notte di Fortuna” (Matarazzo, 1941)

 

 

Casinò di Campione

Ubicato nella costa orientale del Lago di Lugano, il nuovo palazzo (dopo il primo, storico, fondato nel 1917) è stato realizzato dall’architetto svizzero Mario Botta negli spazi adiacenti alla vecchia struttura. Dopo la chiusura, nel 2018, per ordine del Tribunale di Como, si attende il destino di questa discussa struttura di nove piani, arricchita da innovativi impianti di illuminazione.

 

 

Casinò de La Vallée di Saint Vincent

Situato in Val d’Aosta, si parla di un palazzo che è stato inaugurato nell’aprile del 1947, nei pressi del Grand Hotel Billia. Attualmente si sviluppa su due piani per 3500 metri quadrati totali, e continua ad essere un punto di riferimento per gli amanti del gioco, grazie anche al nuovo e  prestigioso progetto “Resort”.

Cosa sono i videowall e perché se ne sente parlare sempre più spesso?

Mai sentito parlare di videowall? Si tratta di una tecnologia largamente impiegata e che trova impiego in tantissime destinazioni d’uso come grandi eventi, convegni, teatro, pubblicità e molto altro ancora. Per i videowall prezzi e valore di mercato sono stabiliti principalmente dalla grandezza e dalla nitidezza espressa in valori che riguardano numero di pixel e altre variabili tecniche che ti spiegheremo in questo articolo.

videowall

Cosa sono e come funzionano i videowall?

Ma cosa sono i video wall e perché se ne sente parlare sempre più spesso? Si tratta di maxischermi composti da moduli in numero variabile e di vario genere come pannelli retroproiettati, schermi a cristalli liquidi, schermi al plasma o monitor a tecnologia CRT. Tramite un’apposita centralina sorgente è possibile programmare la riproduzione di una sola porzione dell’immagine completa, in modo tale che gli schermi che compongono tutto il wall proiettino un’unica intera immagine, proprio come lavorano le tessere di un mosaico.

Versatili, nitidi e utili soprattutto nei grandi eventi

La versatilità del video wall risiede nel fatto che può essere installato in verticale, in orizzontale o in forma circolare e che consente, alle mani più esperte, di produrre interessanti giochi di luci e colore per proiettare non solo informazioni ma anche emozioni e messaggi spettacolari. In passato il maggior problema di questa tecnologia risiedeva nell’aspetto estetico finale, rovinato dalle cornici degli schermi che interrompeva l’immagine proiettata da una scacchiera nera ed invadente. Oggi le cornici sono ridotte al minimo, per cui questo problema è stato ampiamente superato. Per i videowall prezzi e valore variano al variare della tipologia di schermi impiegati, al loro numero e quindi al formato di grandezza e nitidezza.

Differenze da conoscere: ledwall e videowall non sono la stessa cosa

Spesso i videowall sono confusi con i led screen. Volgarmente si riferiscono allo stesso concetto tecnologico ma una differenza, seppur sostanziale c’è. Difatti il video wall è un monitor composto da più display che vanno a definire un unico grande schermo. Se da un lato questa tecnologia offre un ottimo livello di personalizzazione, dall’altro i dispositivi più vecchi con cornici spesse mostrano un evidente difetto estetico che con il tempo è stato superato da schermi più sofisticati.

Led screen e vantaggi della tecnologia LED

I led screen, invece, sono dispositivi a pannelli singoli connessi tra loro che, a differenza dei video wall possono mostrare immagini singole o multiple. Sono la soluzione migliore per trasmettere contemporaneamente immagini diverse. Sfruttando la tecnologia led, inoltre, sono facili da trasportare perché sono leggerissimi oltre ad essere efficienti e visibili anche con condizioni di luce non favorevoli, come quando c’è il sole. Il LED, infatti, funziona tramite un diodo che al minimo passaggio di corrente si illumina all’istante. Questo fa sì che l’illuminazione sia potente e duratura nel tempo, almeno il triplo delle illuminazioni tradizionali. Inoltre pur riscaldandosi i LED non hanno problemi di surriscaldamento e quindi possono essere montati su supporti in plastica o legno senza correre alcun rischio. Per questo sono una delle tecnologie più in voga del momento, utilizzate sia per scopi domestici che pubblici.

Recensione Canon EOS 1D X

Oggi scopriremo insieme la recensione della Canon EOS 1D X, una fotocamera di alto livello con un corpo macchina piuttosto robusto. In linea con i suoi predecessori, questo modello è dotato di un telaio in lega di magnesio ed è pronto per resistere anche a fronte di un uso particolarmente intensivo. Non potrebbe essere altrimenti, considerando che la EOS 1D X è stata progettata per un uso prettamente professionale. E anche se il nuovo modello è più pesante rispetto ai suoi predecessori, è fatto talmente bene che quasi non sembra. Di grande livello la presa di questa Canon, più robusta e più solida, con una serie di miglioramenti che valgono il prezzo del biglietto, e che meritano di essere scoperti.

Canon EOS 1D X

Caratteristiche tecniche Canon EOS 1D X

  • Sensore di immagine CMOS Full Frame da 18 megapixel
  • AF a 61 punti fino a 41 punti AF a croce
  • Nuovo otturatore meccanico fino a 400.000 cicli
  • Nuove opzioni smart di tracciamento e riconoscimento EOS iTR AF
  • Modalità di messa a fuoco Zone, Spot e AF Espansione
  • Processori DUAL “DIGIC 5+” più processore DIGIC 4 dedicato alle funzioni AE
  • Riprese a 12 fps con AF (JPEG e RAW) o 14 fps super Alta velocità continua senza AF (solo JPEG)
  • Da ISO 100 a 51.200 come standard, da ISO 50 a 204.800 con espansione
  • Sensore AE RGB da 100.000 pixel con processore dedicato
  • Tempo di scatto di 55 ms, 36 ms tramite la funzione personalizzata Ritardo di rilascio abbreviato
  • Blackout del mirino a 60ms
  • Riprese di filmati Full HD con compressione ALL-I o IPB
  • 30 minuti di clip in modalità Full HD
  • Impostazione del codice temporale per le riprese di filmati HD
  • Mirino LCD trasparente con nuovo schermo di messa a fuoco (copertura del fotogramma al 100%, ingrandimento 76x)
  • Schermo LCD Clear View II da 3,2 pollici e da 1,04 milioni di pixel
  • Sistema di pulizia integrato EOS di seconda generazione (EICS)
  • Due slot per schede CF
  • Area touch pad silenziosa

Recensione Canon EOS 1D X

Dopo una lunga attesa, finalmente anche i fotografi professionisti e i fotoreporter possono abbracciare una fotocamera di primissimo livello. La Canon 1D X, non per caso, è una macchina fotografica full frame dal valore eccelso. Le nuove tecnologie hanno permesso a Canon di offrire un prodotto eccezionale, senza per questo sacrificare la risoluzione (non troppo, almeno). Le prestazioni di questa Canon appaiono decisamente potenziate, se messe a confronto con i modelli precedenti. Si parla soprattutto dell’affidabilità e anche della reattività di questa fotocamera, con un netto vantaggio in termini di qualità finale dello scatto. Il tutto per merito del nuovo sistema di messa a fuoco automatica a 61 punti, insieme al sistema di misurazione RGB da 100.000 pixel. Diciamo che i motivi per restare più che soddisfatti ci sono tutti, acquistando questa Canon.

Autofocus

Iniziamo ad andare nello specifico, cominciando proprio dall’autofocus della EOS 1D X. Questo perché si parla di uno dei miglioramenti più evidenti, messi a segno da questa casa produttrice. La nuova Canon 1D X, in pratica, ha definito un nuovo standard in termini tecnologici dal momento della sua uscita sul mercato, il che è tutto dire. Grazie al suo sistema AF reticolare a 61 punti, le performance di questo autofocus si rivelano davvero di qualità inaudita: il che la rende una macchina fotografica perfetta per chi fotografa per professione, soprattutto se si parla dei naturalisti, ma anche chi immortala soggetti statici. Inoltre, ha una notevole sensibilità di scatto anche in situazioni di scarsa illuminazione.

La Canon 1D X EOS ha migliorato parecchio la capacità di tracciamento, con un sistema di misurazione di altissimo livello, da 100.000 pixel. Il “cervellone” di questa fotocamera, non a caso, calcola l’esposizione meglio di qualsiasi altra macchina fotografica sul mercato, anche in situazioni di illuminazione mista. Il merito va al sistema Canon EOS iTR (acronimo di Intelligent Tracking and Recognition), e al processore DIGIC 4 indipendente e dedicato esclusivamente al calcolo del metering.

Modalità Servo

C’è un indizio che ci dice quanto segue: la Canon ha realizzato questa macchina fotografica per andare incontro alle necessità dei fotografi d’azione, come ad esempio chi si occupa di sport (i fotoreporter), ma anche chi fotografa soggetti naturali. E questo indizio è la presenza di una serie di icone dedicate agli sport olimpici, oltre alla presenza dell’algoritmo Servo, noto anche come “Case”. In pratica, questi settaggi preimpostati della Canon consentono di modificare il codice Servo AF, per ottenere un risultato specifico adatto al tipo di soggetto che intendi fotografare.

Considerazioni finali

Molti professionisti della fotografia potrebbero chiedersi se vale la pena di spendere una cifra così alta, per passare alla Canon EOS 1D X. La risposta è assolutamente positiva, in special modo se rientri in una delle categorie elencate poco sopra (fotoreporter, fotografo d’azione, fotografo naturalista). Il sistema AF a 61 punti rappresenta già una prima prova di quanto detto: se riesci ad avvicinarti al soggetto che vuoi fotografare con una lente lunga, allora la EOS 1D X della Canon è il top assoluto. Specialmente perché otterrai degli scatti molto più puliti, anche quando ti trovi in condizioni di scarsa illuminazione.

Un altro grande vantaggio della 1D X è il seguente: è in grado di mettere a fuoco automaticamente e con grande precisione, usando il punto centrale. Ovvero uno dei grandi punti di forza del predecessore. Per farti un esempio concreto, tornando al discorso relativo alla fotografia naturalistica, la ripresa di animali selvatici verrà connotata da un livello di qualità assolutamente superiore, specialmente quando c’è poca luce: un dettaglio che rende la Canon EOS 1D X probabilmente la migliore fotocamera in circolazione, per questi scopi.

Quali sono, dunque, le conclusioni relative alla EOS 1D X? Si tratta di una macchina fotografica pensata in special modo per gli esperti della fotografia, soprattutto per chi ama fotografare gli animali o gli eventi sportivi a livello professionistico. Certo, il costo di questo gioiello non è per tutti, perché richiede un budget a dir poco elevato, però la Canon EOS 1D X dimostra di meritare il prezzo del biglietto: perché è un autentico spettacolo “teatrale”, con pochi rivali al mondo.

Biglietti da visita, le regole per non sbagliare!

Volete realizzare dei biglietti da visita personalizzati  che colpiscano nel segno e rimangano impressi nella mente di chi li riceve, dando magari una “buona” immagine di voi?

Ebbene, la prima cosa che vi consigliamo di fare è di non dimenticare che i principi di base del design su carta si applicano anche (e soprattutto!) ai biglietti da visita. Potrebbe sembrare ovvio, ma vale la pena ribadire che un biglietto da visita è un pezzo di carta stampata, esattamente come un altro. Per questo motivo, tutti i principi di base del design su carta si applicano anche ai biglietti da visita. Pensate ad esempio a mantenere spazio nei bordi, ad applicare una risoluzione di almeno 300 dpi, di conservare una dimensione minima che possa garantire la leggibilità, e così via.

Chiarito quanto sopra, potete sbizzarrirvi con la giusta creatività. A seconda di dove vi trovate nel mondo andrete incontro ad alcune dimensioni “standard” per i biglietti da visita (forse perché le dimensioni dei portafogli variano leggermente da Paese a Paese). Una tipica dimensione del biglietto da visita è ad esempio quella di 55 x 85 mm, ma sul web troverete decine di diverse alternative.

Al di là delle dimensioni, potete comunque diventare creativi con lo spazio che avete a disposizione. Iniziate considerando le informazioni chiave che desiderate includere nel biglietto, che di solito sono il nome / cognome (o ragione sociale), il numero di telefono e l’indirizzo e-mail. Quindi, lavorate il vostro personale progetto per presentare queste informazioni in modo creativo.

A questo punto, non dimenticatevi della necessità di evitare alcune trappole comuni alla progettazione dei biglietti da visita, di cui è utile essere a conoscenza. Il primo e più ovvio è quello legato a una qualità finale che disattente le aspettative. Altri sono legati all’esistenza di colori che appaiono diversi dai progetti, o caratteri poco leggibili. E che dire dei bordi e delle scarse simmetrie? Proprio per poter evitare di andare incontro a questi errori quando oramai il danno è già fatto, vi consigliamo di procedere con alcuni test di stampa che vi permetteranno di avere tra le mani una bozza del prodotto finito, che potreste eventualmente modificare ancora o confermare in via definitiva.

Infine, cercate di valutare se dare un maggiore impatto al vostro biglietto da visita usando una finitura speciale. Le finiture speciali includono di inchiostri speciali, gloss differenti, patinature esclusive e… tutto ciò che può rendere più attraente il vostro biglietto da visita, pur aggiungendo un costo non certo irrilevante. Ciò che però queste particolarità offrono è l’opportunità di rendere il vostro biglietto da visita più tattile, visivamente impressionante e memorabile. Se non siete sicuro di cosa fare, il miglior consiglio è certamente quello di procedere all’effettuazione di alcuni test che vi permetteranno di disporre di una ipotesi del risultato finito, che potreste poi scegliere di modificare a vostro ulteriore piacimento.

E voi che ne pensate? In che modo avete progettato i vostri biglietti da visita? Quali sono le scelte più importanti che avete compiuto?

 

Imparare lo spagnolo, le differenze linguistiche nei vari Paesi

Differenze dello spagnolo
Lo spagnolo è una delle lingue più parlate al mondo, con un numero di madrelingua altissimo. Parlato, oltre che in Spagna, in quasi tutta l’America del Sud, si tratta di un idioma non così difficile da comprendere per coloro i quali parlano una lingua romanza. Sebbene abbia la stessa derivazione dell’italiano, del francese, del portoghese e del rumeno, l’evoluzione linguistica ha complicato un po’ le cose rendendo l’apprendimento dello spagnolo un po’ più complesso. Se a livello grammaticale sono minori le differenze in quanto la struttura è la medesima, quando veniamo al lessico, le differenze nei vari Paesi sono numerose.
Alle volte, un madrelingua spagnolo del Portorico potrebbe avere difficoltà a comprendere un madrelingua spagnolo nato in Spagna. Chiaramente parliamo di fattori che non rappresentano un vero limite a una conversazione ipotetica, ma di parole utilizzate nel quotidiano o espressioni tipiche di una nazione o di una zona ristretta di un Paese. Attenzione però, non si parla di gergo o di modi di dire.

La varietà linguistica
Parlare la stessa lingua non garantisce la totale comprensione, in particolare quando si tratta di unmadrelingua spagnolo impegnato in una conversazione con un altro. Lo spagnolo dell’America latina varia anche da Paese a Paese, complicando le cose. La dominazione spagnola, lo sviluppo delle varie società e l’influsso delle popolazioni native, ha generato una grande varietà linguistica all’interno dello stesso idioma. Questo minestrone, per gli appassionati e per i linguisti, rappresenta una fonte di estrema ricchezza e curiosità.

Castigliano di Spagna e dell’America del Sud
La differenza tra il castigliano di Spagna e dell’America del Sud si declina in svariati modi: a partire dal lessico per terminare a accento e pronuncia. Non esiste un madrelingua spagnolo per eccellenza, in quando ogni nativo riscontra delle caratteristiche proprie della ‘variante’ di questo idioma tipiche del proprio Paese. Ogni piccola differenza linguistica, che sia verbale o di pronuncia, ha ragion d’essere ed è oggetto di studio da parte dei linguisti. La varietà non costituisce un limite al momento di viaggiare nei vari Paesi in cui si parla spagnolo, può essere invece un modo per scoprire vari elementi della cultura e per ampliare la conoscenza della lingua.

Le differenze linguistiche
Le differenze  linguistiche più evidenti a livello grammaticale sono relative alla forma di cortesia utilizzata in Spagna, paragonabile al dare del ‘Lei’ in Italia. La differenza tra ‘tù’, e ‘Usted’ e ‘Vosotros’ e ‘Ustedes’ al plurale, non la ritroviamo in America Latina, dove un qualunque madrelingua spagnolo utilizza in maniera indistinta l’’Ustedes’. In quest’ambito rientra anche l’uso del ‘vos’ in Sudamerica, considerato il alcune zone una forma di rispetto, in altre uno slang di strada da non utilizzare per iscritto. Altra caratteristica che varia, forse la più evidente, almeno ai più attenti, è la pronuncia. In Spagna ‘c’ e ‘z’ si pronunciano quasi come fossero ‘th’ in inglese, con l’utilizzo della lingua che va a quasi a toccare i denti. In America del Sud ciò non avviene e questi suoni sono molto simili alla nostra ‘s’. Altra eccezione per Argentina e Uruguay in cui i suoni ‘ll’ e ‘y’ sono pronunciati come la nostra ‘sc’ nella parola sciare.

 

 

 

5 incredibili foto dell’Asia viste dall’alto

Shamim Shorif Susom è un aviatore che nel corso delle ultime settimane ha realizzato e diffuso online alcuni bellissimi scatti che consentono di ammirare in maniera molto suggestiva e decisamente diversa dal solito l’Asia del Sud, la sua terra.

Le foto, visibili per intero sul sito Internet BoredPanda, offrono una visuale dall’alto del territorio asiatico, in cui la natura prevale sull’uomo più di ogni altra cosa. Di tutti questi bellissimi scatti noi abbiamo deciso di mostrine alcuni qui di seguito, quelli che per ovvie ragioni abbiamo etichettato come 5 incredibili foto dell’Asia viste dall’alto.

4 spettacolari foto della Via Lattea vista dalla Bolivia

A maggio 2016, il fotografo di paesaggi russo Daniel Kordan ha intrapreso un lungo viaggio per il Salar de Uyuni, in Bolivia, l’enorme deserto di sale tra i più grandi al mondo.

Durante tale viaggio, il fotografo ha scattato alcune impressionanti fotografie con la sua Nikon indicata per l’astrofotografia ed è riuscito a catturare la Via Lattea che si riflette sull’enorme distesa di sale. Il risultato è assolutamente mozzafiato. Di seguito, è dunque possibile ammirare alcune di queste immagini, il resto sono presenti sul sito Internet del fotografo.

5 surreali foto di Roma tinta di rosa

Il fotografo ungherese Milán Rácmolnár ha realizzato e pubblicato sul suo sito Internet tutta una serie di bellissimi scatti che permettono di ammirare Roma in maniera talmente diversa dal solito… tinta di rosa!

Mediante una macchina fotografica ad infrarossi, il fotografo ha infatti immortalato i monumenti storici ed alcuni scorci della capitale che riprendono scene di vita quotidiana nelle diverse gradazioni di rosa. Il risultato, visibile di seguito, è decisamente surreale.

5 bellissime foto di animali della foresta

Il fotografo Konsta Punkka ha realizzato tutta una serie di scatti che permettono di ammirare la bellezza degli animali della foresta nel loro ambiente naturale. Si tratta di foto in grado di attirare subito l’attenzione poiché consentono di osservare in maniera estremamente ravvicinata i soggetti immortalati.

Tutte le foto realizzate dal fotografo possono essere visualizzate sul suo account Instagram. Di tutti gli scatti noi abbiamo però deciso di mostravene alcuni qui di seguito, quelli che senza ombra di dubbio possono essere etichettati come 5 bellissime foto di animali della foresta.

5 incredibili foto dell’alba vista da tutti i pianeti

Oltre ad essere di fondamentale ed indiscutibile importanza per l’esistenza di ciascun essere umano, il sole è un vero e proprio spettacolo da ammirare. Ben consapevole della cosa e fiducioso di riuscire a lasciare a bocca aperta i più, il fotografo Ron Miller si è divertito a realizzare tutta una serie di incredibili foto ritoccate che consentono di osservare lo splendore dell’alba da tutti i pianeti del sistema solare.

Le immagini digitali in questione sono tutte visibili sul sito Internet del fotografo. Noi, tuttavia, abbiamo scelto di mostravene alcune con questo post, quelle che per ovvie ragioni abbiamo etichettato come: 5 incredibili foto dell’alba vista da tutti i pianeti.