“Espressamente donne. Un viaggio” di Valentina Bianchi

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Valentina_BianchiValentina Bianchi è una giovane fotografa classe 1981 che vive e lavora a Milano. Il suo è un percorso formativo molto particolare, che l’ha condotta alla fotografia attraverso una laurea in Scienze Politiche e un Corso per Fotografi di scena presso la Fondazione Accademia d’Arti e Mestieri dello Spettacolo del Teatro alla Scala di Milano.

Orgogliosa delle sue radici romagnole, si è fatta le ossa lavorando con diversi gruppi di teatro sperimentale come Motus, Teatro Valdoca, Accademia degli Artefatti e Gibus Teatro. Da subito  ha sviluppato uno sguardo deciso, capace di afferrare emozioni, sentimenti, azioni in procinto o in corso d’essere. La luce artificiale, la luce dei palcoscenici, passando attraverso il filtro della sua macchina, scopre una dimensione ancor più intima.

Attenta alle regole, al rispetto dei canoni della visione, Valentina Bianchi non si fa prendere da alcun manierismo. Ogni suo scatto procede con la lentezza dell’attenzione e la furia dell’entusiasmo, verso una dimensione dove non è importante ciò che è perfetto, ma ciò che comunica. Al rigore formale si sostituisce quindi una tensione lirica, che essenzialmente è ricerca del non banale e sperimentazione delle capacità narrative del mezzo fotografico.

Questo suo sguardo divergente, magari è incapace di raccontare tutto, ma riesce ad entrare “nel profondo del particolare”. La sua visione è stata influenzata anche dalla fotografia di scena (e dal backstage) per il cinema, grazie alla collaborazione con alcuni giovani registi.

Venerdì 12 febbraio i suoi scatti saranno in mostra a Firenze, nel foyer del Teatro Everest. “Espressamente Donne. Un viaggio” nasce con l’intento di dare corpo alla sua voce di fotografa. Sguardi al femminile e sul femminile, frammenti di pensieri che si coagulano in sentimenti, profili, anime. Fragilità, femminilità, amore, dolore, seduzione, danza. Le donne di teatro, le attrici,  sono le protagoniste di un viaggio che racconta la crudezza e il valore dei legami, attraverso il meccanismo della finzione scenica.

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Se la rappresentazione fotografica rimanda quindi ad un’altra rappresentazione (quella teatrale), sono veri invece i sentimenti interpretati nella finzione, che si materializzano nelle parole che accompagnano l’allestimento fotografico. Nelle parole di Valentina Bianchi: “Forse per rendere i sentimenti eterni, per non dimenticare che una donna sa vivere i suoi sentimenti fino in fondo. Sia nella finzione che nella realtà. Non esiste un limite così definito, è un viaggio tra l’una e l’altra, Vorrei che altre donne ritrovino qualcosa di loro in questo viaggio. Questo lavoro nasce per darci voce”.

La mostra sarà visitabile gratuitamente fino all’11 marzo e vi consiglio vivamente di farci un salto.

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