La Roma di Elliott Erwitt

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big_a03Si è aperta con grande affluenza di pubblico la mostra Elliott Erwitt: “Roma” al Museo di Roma – Palazzo Braschi e sarà visitabile fino al 31 gennaio 2010.

Alla conferenza stampa di presentazione l’autore, il famosissimo fotografo classe 1928 della scuderia Magnum, ha dichiarato:

Questa mostra è il frutto di una serie di foto casuali di Roma – so bene che i lavori su Roma non scarseggiano di certo, ma questo e più personale. Ci sono i monumenti e il Colosseo ovviamente, ma soprattutto c’è la gente, c’è la vita della città.

Ecco, io ci sono stato e devo dire che prima ancora di esprimere giudizi di stile e merito, rimango sempre positivamente colpito dalla capacità, la presa sulla realtà che ha uno sguardo straniero. Chi viene da fuori nota particolari che noi non riusciamo a vedere, prospettive banali ma magari irraggiungibili dall’occhio stanco, abituato, del nativo.

Elliott Erwitt entrò nella Magnum grazie all’azione di reclutamento dello stesso Robert Capa. Oggi ci offre una visione molto personale della città eterna, un lavoro senz’ombra di dubbio contemporaneo, visto che gli scatti risalgono a questa primavera.

Ottanta anni suonati e lo spirito dell’inguaribile viaggiatore, mai stanco. Lo sguardo straniero di chi sembra comunque essere a conoscenza della storia recente della città, se non altro perché sa posizionarsi, sa dove mettere il cavalletto.

La città cambia e si trasforma e la patina di atemporalità che il bianco e nero conferisce a questi scatti non la rende meno contemporanea.  Elliott Erwitt si limita a mostrare ciò che è avvolto da un sottile velo di nebbia, ciò che sembra apparire in un modo, ma nasconde tutt’altro. Scattare una foto non è solo premere un pulsante per Erwitt, ma decifrare porzioni di realtà con una sottile ironia.

Elliott Erwitt naque a Parigi nel 1928 da genitori russi e passò la sua infanzia a Milano con il nome di Elio Romano. Nel 1939 emigrò negli Stati Uniti, a a New York e poi a Los Angeles, dove frequentò il Los Angeles City College e la New School for Social Research.

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