Una immagine che rievoca un mito: morta Geraldine Hoff Doyle

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Più che una fotografia, è un poster, ma rappresenta un ritratto legato per tratti somatici ed espressione ad una donna reale, oggi morta all’età di 86 anni. E’ scomparsa, infatti, Geraldine Hoff Doyle, l’operaia del Michigan che ha ispirato il manifesto di “Rosie the Riveteer”, tradotto letterlamente in lingua italiana “Rosie la rivettatrice”. Nel disegno che a ben guardare sembra davvero una istantanea lavorata al Photoshop, viene mostrata una ragazza con un foulard in testa e il carattere di ferro. Dura e sicura di sè, l’operaia flette i muscoli a ricordare il tema bellico originario in America, che serviva ad incoraggiare le rappresentanti del “sesso debole” a lavorare per sostenere lo sforzo e le spese della guerra.

Uno scatto della ragazza, a sua insaputa, fu scelto quando aveva solo 17 anni dal Comitato coordinamento produzione bellica Usa proprio per incoraggiare le donne che, in quel periodo, stavano quasi sempre solo in casa ad allevare i figli. Erano poche quelle cosiddette in carriera, ma in una manciata di anni di crisi tutte dovevano collaborare. Lo slogan del poster “We Can Do It!”, divenne poi un simbolo della cultura pop sull’uguaglianza femminile.

Il dato più curioso fu che Geraldine non lo seppe mai fino al 1984, quando si accorse che quella adolescente con il pugno alzato le somigliava tanto e scoprì di essere lei stessa in formato “fumetto”. Vide il poster riprodotto sulle pagine di una rivista e il suo pensiero torno indietro di parecchi anni, ai momenti duri del conflitto mondiale. Giunta alla veneranda età di 86 anni adesso lei non c’è più, ma grazie a quel monito lanciato nel secolo scorso a tutte le donne, resterà in qualche modo per sempre presente ed immortale e, alla fine, questo è ciò che conta di più. Del resto, cambiati i tempi non variano le regole: per “l’altra metà del cielo”, c’è ancora molto da fare e da combattere per ottenere la piena parità.

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