BJ Burrows: la bellezza è digitale

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BJ Borrows è un artista canadese che non ha ancora compiuto trent’anni, eppure è già una presenza stabile nel mondo dell’arte contemporanea. Una passione per il disegno che lo accompagna da sempre, si è scoperto fotografo un po’ per caso e ha abbinato alla fotografia anche l’elaborazione digitale delle immagini. Come spesso accade, inizialmente produceva solo per se stesso, poi ha mostrato le immagini ad amici, che hanno apprezzato molto il suo lavoro, e ha così deciso di provarci davvero.

Vedendo i suoi lavori è subito evidente che ama giocare con le proporzioni dei volti, occhi giganteschi e labbra minuscole, solo per fare un esempio. Il pensiero va subito ai manga giapponesi, ma qui è tutto molto più reale proprio perché sotto c’è una fotografia, non è solo un disegno che parte da un foglio bianco. Dalla foto si passa poi all’elaborazione che si svolge in circa tre giorni. Il risultato è quello che vediamo nella gallery.

La sua è una ricerca della bellezza impossibile, l’aspetto desiderato che nessuno potrà mai ottenere nemmeno con la chirurgia plastica più raffinata. Le perfezione secondo il suo personale canone estetico.

Le sue donne sono talmente perfette che starebbero bene su qualunque copertina di una rivista patinata di moda. Anche le pose sono da giornale fashion e gli sguardi intensi e a volte ammiccanti. La sensualità non è data solo dagli occhi giganteschi, ma anche dalle proporzioni del viso e del mento affilato. La bocca è piccola, ma tanto piccola quanto sensuale.

BJ Borrows è l’esempio di come si possa utilizzare il computer per ottenere immagini artistiche senza scadere nel “troppo eleborato”. Quando si guardano le sue eroine non viene da pensare solo a quanto lavoro di post-produzone ci sarà dietro, ma si pensa solo alla bellezza dell’immagine. Perché utilizzare la tecnologia non vuol dire solo snaturare la fotografia, spesso infatti è proprio grazie al computer che si può ottenere un risultato che sarebbe stato impensabile da raggiungere solo con la fotografia. Perché i sogni si possono anche realizzare e i sogni possono essere anche digitali.

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