E’ morto il fotografo Pino Settanni, grande amico di Monicelli

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I ritratti e i reportage fotografici realizzati in luoghi “caldi” come i Balcani e Kabul hanno aumentato la sua fama a dismisura, ma l’arte e lo stile di Pino Settanni erano conosciuti da tempo e, probabilmente, resteranno immortali nella memoria di chi lo ha conosciuto e apprezzato. L’artista, infatti, è morto a Roma a causa di una malattia incurabile, con il rammarico di non avere avuto il tempo di riprendere la sua città come avrebbe “voluto e dovuto“, come diceva poco tempo fa al Corriere del Mezzogiorno. Classe 1949, era nato a Grottaglie, anche se ben presto si era trasferito a Taranto che per ogni istante della vita, amò con tutto il cuore. Accanto a lui sul letto di morte, la moglie Monique Gregori che nel 1975, quando si conobbero, lo avvicinò a questo affascinante mondo e i fratelli.

Proprio nella sua città, aveva esordito con i primi scatti realizzati con una Zenit E e sognava di diventare un reporter professionista: cominciò, quindi, da alberi anneriti dai fumi dell’industria dove lavorava, ma quasi subito, decise di spostarsi in cerca di maggiore fortuna. Abitò, quindi, a Torino e Roma dove, alla fine si stabilì definitivamente. Il suo mito era un altro fotografo neorealista che era Ciro de Vincentiis, nativo dello stesso luogo. Il suo modo di vedere una istantanea somigliava, però, più a quello di un pittore ed, infatti, era certo che bisognava studiare i grandi del Cinquecento, prima di cimentarsi con i ritratti. Loro conoscevano, infatti, bene i segreti della luce.

Partendo da quella convinzione, produsse degli scatti per alcuni personaggi del cinema come Federico Fellini e Roberto Benigni. Nutriva una profonda ammirazione per l’amico Mario Monicelli, che fu anche testimonial di una sua mostra al Castello Aragonese di Taranto, dal titolo “Cento ritratti”. Negli anni Settanta conobbe Renato Guttuso in un continuo rapporto di amore- odio che durò per anni.

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