La tavolozza dei colori del fotografo

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colori

A livello di illuminazione, oggi si dispone di una quantità significativa di controlli sui toni ed i colori delle nostre fotografie. Per certi versi l’uso del colore è come una firma, un marchio di riconoscimento con cui ciascun fotografo sigilla i propri scatti.

Spesso capita di trovarsi magari in una libreria e di vedere un libro da lontano già sapendo di chi saranno le fotografie. Questo capita perché, come accade per un pittore, spesso possiamo riconoscere anche la tavolozza dei colori del fotografo.
C’è chi si serve di una tavolozza variopinta, con una vasta gamma di tinte e chi invece si dedica alla scoperta di alcune tonalità particolari, declinandone lo sviluppo. Chi si affeziona a tonalità come il blu spento, il verde, il grigio e ne fa il proprio marchio distintivo e chi magari lavora in fase di postproduzione per dare dimensione alla scala di grigi e colorarla leggermente.

Un consiglio di base riguarda appunto le impostazioni della vostra fotocamera riguardo al colore. Se deciderete di usare colori ricchi e molta saturazione, avrete sicuramente impresso un taglio distintivo alle vostre fotografie, ma sarete meno capaci di intervenire sulle variabili della luce e del colore in fase di rielaborazione digitale dell’immagine.

In linea di massima la tendenza per chi è alle prime armi dovrebbe essere un po’ più verso settaggi neutrali durante le fasi di progettazione e illuminazione della vostra fotografia. Avendo a disposizione l’attrezzatura e avendo un buon expertise nel campo dell’illuminotecnica, vi accorgerete poi che fotografare è dipingere, soprattutto per quel che riguarda la fotografia in studio.

L’uso del colore e della luce per fotografie in esterna è sicuramente qualcosa di ancora più difficile e per questo interessante. Basti pensare che ogni ambiente ha le sue luci, un particolare modo di vibrare dell’aria, una densità di polvere, un’apertura del cielo e un colpo di luce proveniente dal sole.

La fotografia naturalistica o di reportage riguarda così i tempi, le attese, l’attrezzatura adatta, la capacità di improvvisare e soprattutto il saper cogliere attraverso la propria tavolezza quella particolare tonalità suggerita dalla natura.

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