La fotografia in Karakorum: se ne è parlato a Roma

Spread the love

Lo studio dei ghiacciai, presenta ancora dei vuoti nella conoscenza umana e, in questo senso, la fotografia è indispensabile per poter immortalare angoli altrimenti celati alla vista degli scienziati. Il loro scioglimento, che minaccia la normale vita sul pianeta di tutte le specie, va monitorata costantemente e la tecnologia, fornisce un supporto indispensabile a tale fine. L’argomento è stato al centro di un convegno che si è tenuto a Roma, nella sede della società Geografica italiana e che ha avuto come titolo “1909-2009: Cento anni di glaciologia e di fotografia in Karakorum.Problemi e risultati di una simbiosi secolare”. Passato e presente insieme, giovani e vecchi ricercatori accanto l’uno all’altro, per tentare di studiare le reazioni della Terra a problemi come l’inquinamento e non solo. Il tutto nella speranza di trovare insieme una soluzione giusta e duratura, prima che sia troppo tardi.

Le istantanee hanno più valore di un documento in questo caso e raccontano della vita dei ghiacciai in almeno un secolo, periodo in cui i cambiamenti avvenuti sono stati sostanziali e, purtroppo, molto veloci. Nel corso del convegno, si è parlato del rapporto e dello stretto legame tra la glaciologia e la fotografia, per queste montagne particolarmente legate con l’Italia. Alla discussione hanno partecipato grandi personalità e ricercatori piuttosto competenti, come Claudio Smiraglia dell’Università Statale di Milano, uno dei più quotati glaciologi a livello mondiale, e Kenneth Hewitt della Wilfrid Laurier University di Waterloo, Ontario, Canada. Entrambi hanno parlato dei loro studi, effettuando dei confronti fotografici fra gli scatti antichi e quelli moderni.

Si è parlato, poi, della spedizione “Sulle Tracce dei Ghiacciai” del 2009 raccontata da Fabiano Ventura, fotografo di montagna e presidente dell’Associazione Macromicro, nel corso della quale ha ripercorso le tracce dei primi fotografi esploratori del Karakorum replicando scatti storici esattamente dallo stesso punto di vista. La spedizione si replicherà in Caucaso nel 2011.

Lascia un commento