Norman Gershman a Bracciano

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Besa un codice d'onore

Si è aperta la mostra fotografica Besa: un codice d’onore, su un particolare episodio della Shoah a Bracciano (Roma) e sarà visitabile fino al 27 dicembre. Il Chiostro degli Agostiniani (via Umberto I, 5)  è la location di un percorso in cui le immagini racconteranno la storia.

Non solo dolore, ma anche la riscoperta di un grande esempio di solidarietà. In Albania nel periodo delle persecuzioni razziali, gli ebrei si salvarono con il Besa: il codice d’onore dell’ospitalità della popolazione albanese.

Besa: un codice d’onore è una mostra finanziata dall’Assessorato alle Politiche Sociali e all’Istruzione e dall’Assessorato alle Politiche Culturali,del Comune di Bracciano, in collaborazione con lo Yad Vashem-Centro Studi sulla Shoah con sede a Gerusalemme. Un ulteriore patrocinio e supporto è arrivato dalla Consulta Comunale per le Politiche Migratorie.

Un viaggio della memoria riproposto attraverso le suggestive immagini di un fotografo americano il cui modo di lavorare è ammirabile. Protagonista di quest’avventura nei labirinti della memoria, il nostro passato prossimo, è il fotografo Norman Gershman. Durante cinque anni di intensa ricerca Gershman è riuscito a trovare le tracce di questo incredibile salvataggio di quasi 2 mila ebrei.

In mostra,  uno studio poetico dei ritratti dei salvatori e dei loro discendenti e allo stesso tempo un’opera di reportage che dà finalmente merito agli albanesi musulmani che strapparono questi ebrei allo sterminio.

Il codice d’onore di questo popolo è severo e fortemente rispetatto dalla popolazione, è molto antico e contiene aspetti positivi e negativi. All’inizio del secolo scorso gli ebrei in Albania erano poche centinaia. Con l’inasprirsi dei fenomeni di antisemitismo nell’Europa prebellica, la comunità ebraica albanese si andò infoltendo.

Nella perdita di orizzonti che il mondo contemporaneo affronta, gli episodi di intolleranza sono all’ordine del giorno. Una mostra come questa serve a far capire attraverso lo strumento fotografico che la storia a volte prende direzioni assurde, vie di fuga che indicano spiragli di libertà.

Ecco gli orari della mostra: martedì e venerdì dalle 9 alle 13, sabato, domenica e festivi dalle 10 alle 18. Ingresso naturalmente libero.

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