Amazon: ban merci contraffatte e tasse evitate

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Si è parlato molto di Amazon in questo periodo e principalmente per due argomenti: il ban di merci contraffatte sia per quanto riguarda la vendita, che la distruzione delle merci e l’aver evitato i pagamenti di tasse non dovute all’Europa. Una sentenza storica che ha messo in imbarazzo tutti gli Stati appartenenti, ma andiamo ora per gradi.

La questione tasse

Amazon ha la sua sede centrare in Lussemburgo per quanto riguarda la questione pagamento tributi in Europa (Italia compresa). In questi giorni è nel vortice delle polemiche per essere stata assolta nella sentenza che vedeva Amazon costretta a pagare 250milioni di euro di tasse non versate. Il colosso però, che ormai vanta il potere finanziario più vasto del mondo, è riuscita i qualche modo a scamparsela. Nonostante la corte di giustizia europea abbia accolto favorevolmente la sentenza, la vicepresidente della commissione Margrethe Vestager si dice sconfitta ed ha annunciato “analizzeremo attentamente la sentenza per studiare le mosse successive”. Anche secondo il nostro ministro Paolo Gentiloni c’è stato un vantaggio fiscale illecito asserendo che “I giganti del web pagano meno tasse di un piccolo negozio”.

Lotta alla contraffazione

L’altra questione importante sono invece gli enormi investimenti che Amazon ha fatto in questa direzione. Sembra aver preso seriamente questa lotta investendo importanti cifre per l’assunzione di oltre 10mila figure esperte nel campo dell’individuazione di merci contraffatte e pericolose. Tra il 2020 e l’attuale 2021 si parla di oltre 2milioni prodotti confiscati e distrutti ed oltre 10miliardi di inserzioni rimosse per vendita di merci contraffatte e/o pericolose. Inoltre si è spesa anche nella battaglia contro le false recensioni che hanno portato alla rimozione dal sito di aziende come Aukey o Mpow forti soprattutto nel campo informatico per la vendita di prodotti dal costo/qualità equilibrato. Questo però non è bastato perché si pensa che abbiano violato le norme che regolano la fiducia dei clienti che ripongono nel sistema di recensioni. Per Safety Detectives si tratta di truffa ed hanno comunicato che “vogliamo che i nostri clienti acquistino con fiducia i prodotti sapendo che le recensioni siano autentiche e non falsificate. Le nostre politiche sono chiare ed abbiamo regole precise contro gli abusi. Sospendiamo ed intraprendiamo azioni legali nei confronti di chi viola queste norme“. Qualcuno però pensa che sia stata tutta una manovra studiata a tavolino per eliminare la forte concorrenza delle due aziende sopracitate a favore dei prodotti proprietari di Amazon Basics. Di questo passo però bisognerà eliminare più della metà dei venditori, perché la compravendita di recensioni è pratica nota.

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