Negativi da 200 milioni di dollari? Forse un falso

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Ma saranno poi reali quei negativi attribuiti al grande fotografo americano Ansel Adams? I dubbi cominciano a circolare a poche ore dalla notizia bomba che affermava che un uomo, Rick Norsigian aveva trovato qualche anno fa il materiale in un mercatino di Fresno in California ed era riuscito persino a farsi fare lo sconto, senza sapere che stava per portare a casa una fortuna. Sembra, infatti, che il costo iniziale fosse di una settantina di dollari e che il furbo acquirente sia riuscito a strappare il vantaggioso prezzo di 45 dollari. Aveva già intuito di avere tra le mani dei documenti importanti, ma certo non pensava che fossero addirittura milionari o che, almeno, lo diventassero qualche decennio dopo. Tuttavia, Mathew Adams, nipote ed erede del fotografo, insieme ad altri esperti si mostrano molto scettici riguardo alla reale paternità di quegli scatti.

Per prima cosa, fa notare la presenza di un errore ortigrafico su una delle buste dove si trovavano conservati i negativi:  in effetti, la calligrafia, sembra essere proprio quella della nonna ma secondo Mathew, quest’ultima era molto istruita e non avrebbe mai sbagliato a scrivere, nemmeno in un momento di distrazione. In ogni caso, seppure gli scatti dovessero essere veri non potrebbero mai valere una simile cifra, visto che appunto non sono stampe fotografiche ma soltanto negativi e il grande valore di Adams stava proprio nelle innovative tecniche di sviluppo.

William Turnage, manager di Adams e responsabile dei diritti di sfruttamento delle immagini del fotografo, del resto, la pensa allo stesso modo e conferma: “potrebbero essere di chiunque. Avete idea di quante persone hanno fotografato il parco Yosemite tra gli anni ’20 e ’30?“. Secondo quanto lascia intendere al Wall Street Journal, gli esperti che confermano l’autenticità dei negativi, potrebbero essere solo alla ricerca di facili guadagni. La vicenda è complessa ma c’è da giurarci, non si risolverà molto a breve.

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