Zoriah Miller, fotogiornalismo umanitario

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Zoriah Miller

Zoriah Miller è un fotoreporter americano classe 1976. Ha lavorato molto come fotografo di guerra e per questo, nonostante la sua giovane età, il suo lavoro è conosciuto ed apprezzato in tutto il mondo.

Nella prima fase della sua carriera si è concentrato su gestione di situazioni di disastro e distribuzione degli aiuti umanitari per i paesi in via di sviluppo. Ha lavorato per organizzazioni umanitarie internazionali, come la Croce Rossa prima di tornare alla fotografia dopo una lunga assenza.

Pur lavorando con numerose agenzie fotografiche internazionali, tra cui World Picture News (WPN), Reporters Agenzia, The Image Works, e EyePress Photo Agency in Cina, Zoriah Miller resta un fotografo indipendente e molto spesso produce i suoi fotoreportage come freelance.

Ultimamente sono state le sue immagini provenienti da zone di conflitto, come l’ Iraq, l’Afghanistan, la Striscia di Gaza e il Libano a raccontarci cosa stava accadendo in quei territori.

Le sue immagini delle bare dei marines americani morti in un attentato suicida in Iraq pubblicate sul blog di Miller, hanno destato molto clamore e sollevato un dibattito negli Stati Uniti circa la libertà e il problema della censura in tempo di guerra.

Il primo reportage di Zoriah Miller a ottenere successo è stato quello sullo tsunami nell’Oceano indiano, pubblicato da Newsweek. Oggi Miller continua a dedicare circa il cinquanta per cento del suo tempo ad attività promosse da organizzazioni umanitarie. Il suo aiuto si concretizza anche attraverso fotografie utilizzate per la raccolta fondi e l’organizzazione di mostre internazionali come quella per  la Giornata mondiale dell’AIDS.

Per approfondire la conoscenza del suo lavoro e delle numerose attività che porta avanti vi rimando al suo sito, che contiene un esaustivo portfolio ed al suo blog, davvero interessante ed aggiornato. Qui tiene traccia di tutti i suoi spostamenti e dei suoi viaggi, approfittando anche per parlare di fotografia e dare consigli ai suoi lettori.

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