Sensori in grafene? I più sensibili

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Si parla di prototipi ancora, e questo non deve essere dimenticato, ma che ne dite affrontare un po’ di tecnologia spicciola, e per dummies, e parlare di sensori al grafene? Secondo le stime sono i più sensibili in assoluto e potrebbero modificare davvero la fotografia digitale.

Sebbene ormai da anni tra compatte e quelle che potremmo definire le “utilitarie” della fotografia le persone hanno preso dimestichezza con la fotocamera digitale ed il suo funzionamento, non dobbiamo dimenticare che a livello tecnologico solo ultimamente le case di produzione di obiettivi e dispositivi si sono messe davvero all’opera per mettere a punto qualcosa di nuovo e rivoluzionario nel settore. Invenzioni in grado di “cambiare” l’approccio alla fotografia delle persone, nel cui computo siamo costretti ad inserire anche gli smartphone, risorsa primaria di scatti della persona comune.

Attualmente in tutti questi dispositivi le tipologie di sensore utilizzati, con tutte le particolarità del caso sono due: CCD e CMOS. I sensori al grafene ovviamente rappresentano la terza ipotetica via, che potrà divenire reale quando gli stessi saranno brevettati opportunamente e messi in commercio. Al momento si può parlare solo di sperimentazione e, tra le tante, va sottolineata per importanza quella condotta dalla Nanyang Technological University di Singapore dove gli scienziati hanno creato un sensore composto di questo materiale la cui sensibilità appare essere almeno mille volte più alta di quella dei sensori attualmente in commercio.

Pensate alle possibili applicazione di una tale potenza. Prima di tutto i satelliti, che potrebbero contare su una maggiore sensibilità. Nel mercato consumer l’entrata in gioco di una simile invenzione apre davvero qualsiasi porta. Innegabilmente le applicazioni potrebbero essere molteplici, garantendo nelle fotocamere digitali delle prestazioni pazzesche a livello qualitativo e con il supporto del dispositivo giusto. Che ne dite, si parla di “fanta-fotografia”? O rischiamo di vederli davvero in commercio molto più velocemente di quello che pensiamo?

Photo Credit | NTU

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