Roma: entrano in ospedale 150 foto dedicate alla natura

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150 f0tografie, tutte di Giancarlo Mancori, noto fotografo appassionato del settore naturalistico, sono in mostra al Policlinico di Tor Vergata a Roma. Un modo per rendere più allegro un ambiente dove si cerca di combattere la sofferenza umana e un vero e proprio esperimento che parte dall’amore per ciò che ci sta intorno per giungere all’amore per la vita, quella che viene ogni giorno difesa dentro i nosocomi. In tal modo, “sfilano” da una immagine all’altra, farfalle, orsi, lupi macaoni, upupe, alberi, sole e panorami suggestivi: un trionfo di colori e bellezza che regalano veramente un attimo di speranza.

L’installazione è stata possibile grazie a contributi laterali, oltre che alla sponsorizzazione della UniCredit Banca della Capitale e ad inaugurarla ci ha pensato, ovviamente, il rettore dell’Università Tor Vergata, nonchè preside della Facoltà di Medicina, Renato Lauro. Insieme a lui anche il direttore generale, Enrico Bollero e il presidente onorario WWF Italia, Fulco Pratesi. Nel percorso espositivo è prevista una rotazione di pannelli che vanno da primo piano fino agli ingressi delle unità di ricovero e varieranno di posizione nel tempo.

Nel corso dell’esposizione saranno previsti dei momenti di confronto e ricerca, che riguarderanno proprio il personale del Policlinico universitario di Roma, anche per comprendere meglio le potenzialità emotive di un progetto di questo tipo che, eventualmente, può essere previsto ancora e all’interno di altri ospedali. Insomma un evento che può essere immaginato inerente alla medicina narrativa e  ad uno studio-benessere sui pazienti. In più, potrà crescere un dialogo e un confronto tra operatori, pazienti e visitatori di questa struttura per riportare la natura anche all’interno di quattro mura dove il mondo esterno, per un periodo di tempo più o meno vasto, si può soltanto sognare. Magari, chissà, questo potrebbe essere l’inizio di un nuovo modo di intendere l’arte, che può essere inserita anche dove ci si immagina che sia fuori luogo e, invece, è proprio lì che rievoca sensazioni più profonde.

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