Lisette Model e le fotografie con lo stomaco

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I consigli di fotografia che Lisette Model dava negli anni Cinquanta ai suoi allievi erano certamente curiosi, ma otteneva in questo modo degli eccellenti risultati.“Fotografate con lo stomaco” consigliava ai più giovani e con questa frase intendeva certamente dire che non sempre quando si scatta si deve cercare l’immagine perfetta, quanto suscitare una forte emozione. Per celebrare la nota fotografa viennese, Il Jeu de Paume, a Parigi, ha organizzato una personale, a cura di Cristina Zelich. Alla New York School for Social Research , tra gli altri, ai tempi di Lisette si trovavano anche artisti come Diane Arbus, Larry Fink e Rosalind Solomon.

Importanti per inquadrare le sue opere, sono le foto scattate a Nizza sulla Promenade des Anglais, a metà degli Anni ’30, dove è possibile cogliere l’ironia che voleva comunicare riprendendo la ricca società borghese che si ritrovava in Costa Azzura nel periodo estivo. Con cappellini,costumi scuri e cagnolino al seguito le ricche ereditiere rincorrevano un raggio di sole, così come gli uomini che spesso restavano vestiti di tutto punto con la stessa eleganza che contraddistingue chi si abbiglia per una giornata in ufficio. La volgarità di certe persone che cercavano in tutti i modi di ostentare le loro ricchezze, sono sottolineate nei suoi scatti senza mai esagerare, ma riuscendo comunque a lasciare il segno e a trasmettere quelle sensazioni anche a chi osserva dall’esterno la scena. Un’arte innata venuta fuori relativamente tarsi, perchè alla fotografia si accostò non troppo giovane. Figlia di una famiglia benestante viennese, infatti, si era prima dedicata al canto e solo dopo molto tempo, aveva capito quali erano le sue reali passioni.

La vera fortuna arrivò quando arrivò con la sua macchina fotografica in America, dove iniziò a riprendere i club di New York . Nella mostra attuale, sono esposti tutti i suoi ritratti più importanti, quelli che l’hanno resa famosa. Del resto, La Model a chi le chiedeva quale fosse il suo segreto, rispondeva sempre: “Cerco di cogliere le persone nei momenti di rilassamento e di distensione. Allora non sanno che stanno per essere fotografati  e sono davvero loro stessi“.

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